La geologia
Geologicamente il massiccio del monte San Martino è ascrivibile a tre importanti formazioni che sono, a partire dalla più antica:
1) Dolomia principale, periodo Triassico, epoca superiore, età Norico circa 210.000.000 di anni. Si sviluppa sul versante settentrionale del monte San Martino con calcari dal colore che varia dal grigio chiaro al grigio scuro.
2) Dolomia a Conchodon, periodo Triassico, epoca superiore, età Retico circa 200.000.000 di anni. Si estende dall'Alpe Perimo sino al monte San Martino. I calcari vanno dal grigio chiaro al nocciola. Ci sono abbondanti fossili, in particolare il fossile guida che dà il nome alla formazione: il Conchodon Infraliasicum, conchiglia di aspetto rigonfio con umboni preminenti.
3) Calcare selcifero lombardo, periodo Giurassico, epoca Lias, età Sinemuriano circa 195.000.000 di anni. E' la formazione più sviluppata fra il Monte della Colonna ed il monte San Martino. I calcari sono, al di sotto, grigio scuri e, al di sopra, grigio chiari.
Contengono, a volte, frammenti di lamellibranchi. In questa formazione risulta evidente il fenomeno carsico ipogeo che ha originato una delle grotte più importanti del territorio varesino: la grotta del San Martino.
1) Dolomia principale, periodo Triassico, epoca superiore, età Norico circa 210.000.000 di anni. Si sviluppa sul versante settentrionale del monte San Martino con calcari dal colore che varia dal grigio chiaro al grigio scuro.
2) Dolomia a Conchodon, periodo Triassico, epoca superiore, età Retico circa 200.000.000 di anni. Si estende dall'Alpe Perimo sino al monte San Martino. I calcari vanno dal grigio chiaro al nocciola. Ci sono abbondanti fossili, in particolare il fossile guida che dà il nome alla formazione: il Conchodon Infraliasicum, conchiglia di aspetto rigonfio con umboni preminenti.
3) Calcare selcifero lombardo, periodo Giurassico, epoca Lias, età Sinemuriano circa 195.000.000 di anni. E' la formazione più sviluppata fra il Monte della Colonna ed il monte San Martino. I calcari sono, al di sotto, grigio scuri e, al di sopra, grigio chiari.
Contengono, a volte, frammenti di lamellibranchi. In questa formazione risulta evidente il fenomeno carsico ipogeo che ha originato una delle grotte più importanti del territorio varesino: la grotta del San Martino.