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Il lago di Biandronno

La protezione di questo biotopo risale al 1977, con l'emanazione da parte della Regione Lombardia che inserisce il Lago di Biandronno nell'elenco regionale dei Biotopi e Geotopi. Alcuni anni più tardi, con la L.R. 86/83, viene riconosciuto a tale sito lo status di "Riserva Naturale Orientata" regionale, la cui gestione viene delegata alla Provincia di Varese.

L'area, in gran parte di proprietà della Provincia, è ubicata sul territorio dei comuni di Biandronno, Bregano e Bardello, ed è rappresentata da una depressione paludosa in progressivo stato di interrimento. Il Lago di Biandronno, o meglio la torbiera di Biandronno, occupa una piccola conca separata dalla sponda nord-occidentale del Lago di Varese da un esile setto di roccia calcarea, e costituisce un esempio pressoché unico di bacino lacustre giunto all'ultimo stadio della sua vita. In tutto il comprensorio risultano diffuse formazioni a elofite (Canneti e Cariceti), contornate da boschi igrofili e prati da sfalcio, nella quale sono ben visibili i "chiari"; al centro del lago è invece identificabile con difficoltà, l'occhio della torbiera, che rappresenta ciò che resta dell'antico lago. Il bacino è alimentato da apporti meteorici, mentre l'unico emissario esistente, di origine artificiale, è la Roggia Gatto, che recapita nelle acque del Lago di Varese. L'origine del bacino è post-glaciale, e risale al tempo in cui il Lago di Varese, il Lago di Biandronno e il Lago di Comabbio costituivano un unico sistema lacustre. Con l'abbassarsi del livello dell'acqua, il complesso lacustre si è suddiviso nei vari elementi, isolando il Lago di Biandronno dal Lago di Varese.