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La flora

Una folta vegetazione, frutto della prevalente riproduzione naturale e spontanea che si è appropriata anche della maggioranza dei coltivi ormai abbandonati dall'uomo, copre i fianchi, ora erti e scoscesi, ora in dolce declivio, del monte San Martino. La flora varia a seconda dell'altitudine e dell'esposizione.

Nel bosco, per lo più composto da essenze di diverse specie, sono frequenti frassini, faggi, betulle, castagni, noccioli, robinie, querce, sambuchi. Qua e là fanno capolino macchie di conifere introdotte nell'ecosistema agli inizi del secolo e negli anni '70. Sempre più rari sono gli alberi da frutto un tempo numerosi e rigogliosi, limitati ora a qualche noce, a qualche pruno e a qualche ciliegio.

Splendide risultano essere le fioriture primaverili della ginestra e del maggiociondolo. Tra la flora spontanea, tutelata e regolamentata da leggi regionali, le specie più comuni sono la primula gialla, il colchico, il ciclamino, il mughetto, la viola, il narciso, il giglio di San Giovanni, l'aquilegia, la genziana, la campanella, la felce, il capelvenere, il garofano, la rosa di Natale, il pungitopo, il rododendro ferrugineo, la sassifraga, il semprevivo.

Si considerano protette anche le piante di mirtillo, mora, fragola e lampone.

Le piante officinali più frequenti risultano essere il tarassaco, l'ortica, l'artemisia, la saponaria, la malva.

Da aprile ad ottobre nel sottobosco è possibile trovare funghi commestibili quali la spugnola gialla (morchella rotonda), il porcino (boletus edulis), il gallinaccio (cantharellus cibarius), la rossola dorata (russula aurata), la mazza di tamburo (lepiota procera), le vescie (lycoperdon) il chiodino (armillariella mellea). Sono unicamente da osservare, invece, i funghi velenosi ovvero alcune specie di amanite, di clavarie, di boletus, e di russula.